Domenica 9 febbraio, ore 18.30, si inaugura al Km97 (Via della Ferrandina 5, prov. Lecce-Novoli) “ILLUSTRiAZIONI”, esposizione personale di Massimo Pasca. La mostra sarà visitabile fino al 9 marzo, dal lunedì al giovedì, dalle 17 alle 22 o in altri orari previo appuntamento.
Massimo Pasca, salentino classe ’74, è uno dei più attivi live painter italiani, avendo dipinto per numerosi collezionisti privati, istituzioni, teatri e avendo toccato luoghi inusuali come il Museo d’Arte Contemporanea di Roma, l’Istituto Europeo di Design e il M.e.i. di Faenza. Ha lavorato con tantissimi musicisti del panorama nazionale come i Negrita, Esquelito, Piero Pelù, Bandabardò, Roy Paci e molti altri, nonché collaborato con le storiche riviste “Il Mucchio”, “Todo Magazine” e “Collettivo mensa”. I suoi disegni hanno abbellito maglie, borse e sono finiti su copertine di dischi. Dopo vent’anni passati in Toscana, a Pisa, dove si laurea in Cinema Teatro e Produzione Multimediale, nel 2012 ritorna a vivere nella sua terra d’origine.
La mostra, dal titolo ILLUSTRiAZIONI, è una selezione dei suoi lavori realizzati con la tecnica del pennarello su carta. Lo stile è pop e d’impatto, e rimanda alla forza della poetica di Keith Haring e al fascino visionario di Andrea Pazienza. Una critica feroce e sarcastica e uno sguardo attento ai disagi dei tempi moderni caratterizzano le sue opere, che si snodano ora tra il secco contrasto del bianco e nero, ora tra le onde del colore, rielaborando iconografie celebri della storia dell’arte (da Gesù a Van Gogh) e dando prova del multiforme talento dell’artista pugliese.
Il critico Francesco Aprile, in una recensione, descrive come Massimo Pasca abbia la “capacità di guardare oltre, d’intercettare stimoli e farne altri simboli. C’è un dialogo serrato coi corpi che si dibattono in una oceanica disperazione simbolica, significante, il dominio di questi. Lo svalutamento delle relazioni sociali, ormai troppo “social”. Il corpo è defraudato. L’incontro è cancellato. La comunicazione interrotta. Ci appare, ancora, nella furia gestuale di Pollock. Nel simbolico interazionismo grafico di Haring. In un tratto particolareggiato, barocco perché composito, articolato. Nell’uso prepotente del colore. Accecante. Nel bianco e nero che chiama nell’opera il fumetto di Magnus. Nella violenza critica che ci apre al reale. Una oceanica disperazione simbolica.”