Domenica 13 aprile, a partire dalle 19, Massimo Pasca presenta al Km97 di Lecce uno spettacolo di “Dub poetry”, una performance che unisce il dub (uno dei generi del reggae) alla poesia, in una tecnica mista di canto e parola, dal senso profondamente sociale e politicamente impegnato: una decisa vena poetica da un lato, e dall’altro il suono e quel tocco d’estemporaneità tanto caro ai “maestri di cerimonie” dei generi musicali basati sull’improvvisazione. Tra musica, teatro e poesia, Massimo Pasca si addentra, grazie anche all’accompagnamento di Nazario Simone alle percussioni, in una lettura recitata, nel classico stile dello “spoken word”, di alcuni passi tratti da scritture di Pier Paolo Pasolini, Piero Ciampi, Alda Merini, William Blake ed altri ancora.
Massimo Pasca, poliedrico artista/musicista/pittore leccese, cresciuto musicalmente in Toscana, è uno dei principali rappresentanti italiani (ottavo in generale e primo del Sud Italia) del “poetry slam”, sorta di competizione orale tra poeti nata negli USA alla fine degli anni ’80, e diffusasi anche all’estero nel tentativo di sottrarre quest’arte letteraria all’intimità e alla chiusura delle élite culturali dei salotti, per ridefinirla in un contesto più urbano e più vicino alla strada e alla gente comune.
La “dub poetry” nasce invece in Giamaica negli anni ’70, e si sviluppa quasi in contrapposizione al “dj style”, tecnica di canto sulla base di un brano già esistente. A differenza del “dj style”, più festaiolo e lontano da tematiche politiche e religiose, con la “dub poetry” si tentava di focalizzare l’attenzione dello spettatore/ascoltatore sulle diseguaglianze e le ingiustizie sociali del paese.
Pasca si è avvicinato alla “dub poetry” dopo l’esperienza decennale con i Working Vibes, gruppo dancehall/reggae/ragamuffin del quale è stato fondatore e cantante, con all’attivo quattro album e una vittoria nel 2008 del premio “Piero Ciampi” città di Livorno. I Working Vibes hanno condiviso il palco, come support band, tra il 2001 e il 2012, di gruppi del calibro di The Wailers, Ziggy Marley e Negrita.
km97
Gli Incomodo presentano il loro lavoro in studio in anteprima, al Km97 di Lecce
Sabato 25 gennaio, ore 22
Km97, Via della Ferrandina 5
prov. Lecce-Novoli
ingresso libero riservato ai soci
“Un po’ di silenzio” è l’emblematico titolo del primo lavoro in studio degli Incomodo, presentato in anteprima sabato 25 gennaio, ore 22, al Km97 di Lecce.
La band pugliese nasce nel 2007 dall’intuizione di Federico Calò, voce storica e chitarra del gruppo, e l’attuale line up vede la presenza di Michele Ruggiero alla batteria, Ivan Pagano al basso e Roberto Civino alla chitarra: differenti stili, differenti esperienze musicali che si fondono nella continua ricerca di nuove sonorità.
Le undici tracce contenute nell’album possono ritenersi un bell’esempio di rock melodico italiano, di ispirazione indipendente, che strizza l’occhio a storici gruppi della scena nazionale come gli Afterhours. Delicatezza e aggressività si fondono nell’intreccio delle linee melodiche e nelle trame dei testi, onesti, schietti, espliciti e diretti, che raccontano di tutto il frastuono interno ed esterno che spesso offusca la ricerca della propria intimità, vissuta in parte con sé stessi, in parte anche nel rapporto con l’altro. La confusione viene espressa a volte con rabbia e violenza, a volte con un dolce dialogo ed un accompagnamento più morbido.
Oltre al classico supporto del cd, l’album è anche distribuito su Jamendo, il principale portale di distribuzione di musica libera, secondo le Licenze Creative Commons. Tutto l’album, infatti, può essere scaricato gratuitamente da chiunque, purché ne riconosca la paternità e non ne utilizzi le tracce per scopi commerciali, previa l’autorizzazione dell’autore.
Venerdì 20 dicembre
Km97
Prov. Lecce-Novoli (LE)
inizio ore 22, ingresso libero
Venerdì 20 dicembre le Shotgun Babies presentano presso il Km97 di Lecce il loro nuovo videoclip, “e-wave”, diretto da Carlo Mazzotta. Seguirà un’ esibizione live della band.
Tutta la serata sarà un’anticipazione di Private Games, l’album delle Shotgun Babies in uscita nel 2014, partorito nel salentino Sudestudio e masterizzato presso la Masterdisk di New York. Il video di e-wave, firmato dal regista Carlo Mazzotta, è un viaggio tra realtà e immaginazione, tra il sentire comune, inteso come “normalità”, e la soggettività estrema, percepita come lucida follia.
Le Shotgun Babies sono state definitive “eccessive, violente, rumorose”. Pochi mesi fa, sul magazine nazionale Rumore, di loro hanno scritto: “Sono solo in tre sul palco, ma in Italia non sentivamo qualcosa di simile da almeno 20 anni”.
Nel nuovo singolo sonorità sospese tra distorsioni grunge e atmosfere dark. Un sound che guarda oltre oceano e non si vergogna di cantati sospirati, urla, suoni violenti, ritmi irregolari, bridge strumentali psichedelici. Uno speciale “featuring” con alcune chitarre acide e noise del musicista francese François Cambuzat (Lydia Lunch, L’Enfance Rouge, Putan Club, Kim Squad).
Venerdì 22 novembre, ore 22
Km97 (Via Della Ferrandina 5, prov. Lecce-Novoli)
info 329/6115941
ingresso libero
Dal Salento al Bosforo, andata e ritorno. Venerdì 22 novembre dalle ore 22, il Km97 ospita il ritorno in Italia di Frank Bramato, trentaduenne cantante e sceneggiatore pugliese, con il suo progetto “Siamo in 500”, un’avventura on the road che l’ha portato, insieme al film-maker Andrea Scorrano, ad intraprendere un viaggio su una vecchia Fiat 500 del 1969 alla volta di Istanbul.
Durante la serata Frank Bramato si esibisce in una performance musicale/teatrale insieme ad Alessandro Santantonio, “lavorAttore” o “accompagnAttore”, come ama definirsi data la sua attività turistica che spesso s’incrocia con l’impegno teatrale, fondatore di Teatro Terra Messapia di Ugento, Antonio Tunno, chitarrista fondatore dei Green River con alle spalle collaborazioni con Alborosie e Nina Zilli, e Max Però, virtuoso suonatore di organetto degli Artetika (in passato di Aioresis e Fracmirè) e artigiano tamburellista.
Il viaggio di Frank Bramato e Andrea Scorrano è partito parte da Lecce poco più di un mese fa, ad Ottobre, direzione Turchia, verso la porta d’Oriente del Bosforo, attraversando la Grecia Settentrionale e facendo tappa a Ioannina, Salonicco e Alexandroupoli, fino ad arrivare alla vecchia Costantinopoli, l’odierna Istanbul, capitale nei secoli dell’Impero Romano, Bizantino, Latino e Ottomano, crocevia di culture e traffici tra Europa e Asia.
Chilometri percorsi sotto i pneumatici e incontri con svariati artisti e musicisti incrociati nel tragitto, con l’obiettivo finale della produzione di un documentario sui territori, le persone, i luoghi, gli sguardi, le strette di mano, le contaminazioni artistiche e le suggestioni musicali incontrate. Un percorso che ha visto come luogo simbolico di partenza (e vede ora, come altrettanto simbolico punto d’arrivo) il Km97 di Lecce.
Il tema del viaggio assume una doppia valenza artistica: da un lato rappresenta il contenuto di un‘importante autoproduzione video, dall’altro è volto alla ricerca per la musica e della sperimentazione vocale basta sulle tecniche di Demetrio Stratos, innovativo cantante greco che negli anni ‘70 condusse strabilianti studi scientifici sull’uso della voce.
Un viaggio intrapreso per lo spirito stesso del viaggiare, un peregrinaggio musicale inteso come un personalissimo modo di contravvenire alle regole dello show business che spesso impone canoni del tutto privi di valenza artistica. Frank Bramato racconta: “Sono partito da un solo contatto in Grecia, a cui ho esposto timidamente il mio progetto. Dopo pochissimo tempo avevo la mail intasata di richieste da parte di altri artisti che avevano voglia di incontrarmi e condividere con me una fetta di viaggio”.
La serata al Km97 prosegue, dopo l’esibizione live, con un dj set curato da Paolo B, dj Radio Flo, web radio che ha seguito e supportato mediaticamente l’intero viaggio attraverso interventi live, in totale sintonia con lo spirito che la contraddistingue, cioè quello delle radio libere degli anni ’70.
Una web radio nata nel 2009 da un piccolo gruppo di amici, e che ora vanta oltre 60 collaboratori che realizzano quotidianamente decine di programmi.